International Journalism Festival di Perugia – Workshop Professione Fotoreporter: storie, strumenti e nuovi linguaggi
In occasione dell’IJF 2018 ho organizzato con i colleghi di AGF il workshop “Professione Fotoreporter: storie, strumenti e nuovi linguaggi”.
Abbiamo pensato un percorso che mettesse a fuoco i punti cardine necessari per svolgere al meglio il mestiere del fotogiornalista attraverso l’analisi dei professionisti: Enrica Scalfari (CEO AGF e fotografa), Alessandro Serranò (fotoreporter AGF), Luigi Narici (storyteller e videomaker AGF) e io (in qualità di social media expert e fotografa).
Lucrezia Alessia Ricciardi (photoeditor e digital media consultant) ha poi scritto con me le dispense di seguito, un breve scritto che riassume le regole per un buon editing e per creare al meglio una strategia di personal branding per il fotoreporter.
Le sezione del workshop:
Il racconto di un archivio. Cosa significa gestire un’agenzia giornalistica: ieri, oggi e domani (a cura di Enrica Scalfari)
L’agenzia fotogiornalistica è il nucleo che raccoglie, aggrega, organizza e distribuisce il materiale prodotto dai fotoreporter. Ma come funziona questa macchina? Come è strutturata? Enrica Scalfari ha raccontato la storia della nascita e dello sviluppo dell’agenzia fotogiornalistica. Contestualmente si è ragionato su come è cambiata l’organizzazione interna del flusso di lavoro con l’avvento delle nuove tecnologie, di come il ritmo della diffusione delle notizie si è velocizzato vertiginosamente e di quanto sia importante, oggi, far rientrare l’intero ciclo di produzione e distribuzione entro tempi strettissimi per poter concludere la vendita dei servizi. Si è fatto il punto sulle possibilità di evoluzione del mercato del fotogiornalismo: aumenta la disponibilità di materiale gratuito prodotto da persone comuni (citizen journalism); diminuiscono gli assignments e si incrementano le collaborazioni tra agenzie per offrire contratti più vantaggiosi e una copertura maggiore degli eventi e una migliore distribuzione. Il numero dei protagonisti del mercato si riduce sempre più ai grandi colossi dell’informazione fotografica.
Il fotogiornalista sul campo. Capire l’identità visiva e lo storytelling attraverso i case history (a cura di Alessandro Serranò)
È ancora grazie al lavoro dei reporter se possiamo vedere con i nostro occhi ciò che succede intorno a noi. Ma come lavora davvero un fotogiornalista che tutti i giorni si confronta con la cronaca, con le persone e le storie? Quali sono oggi gli strumenti che può usare? Come seguire le notizie, un evento e come poi svilupparlo in base alla tipologia? Alessandro Serranò ha spiegato il processo che sta alla base della creazione di un servizio fotografico: la scelta del soggetto e del punto di vista, la possibilità che sia una storia particolare a raccontare una realtà più ampia, diventando immagine di riflessione e, infine, la capacità di sapersi muovere nelle situazioni complesse sul campo, come lavorare in sicurezza e come interagire con i soggetti con cui si viene a contatto. Per capire meglio tutto ciò si è partiti dall’analisi di alcuni case history: i ritratti di un gruppo di otto persone comuni che hanno soccorso e tratto in salvo sulla propria imbarcazione circa 50 migranti naufragati ad un miglio dalla costa di Lampedusa, il reportage del salvataggio dei bimbi dal crollo dell’Hotel di Rigopiano e il più recente blitz delle forze dell’ordine a Ostia.
Fotoreporter 3.0: personal branding e social network. Gli strumenti indispensabili al fotogiornalista di domani (a cura di Flavia Scalambretti)
Con l’avvento di internet, e ancor più con interntet 2.0 e 3.0, il giornalismo è cambiato drasticamente, e con esso anche il mestiere del fotoreporter. Abbiamo parlato di quali strumenti tecnologici possono aiutare il fotoreporter nel suo mestiere: oggi abbiamo modo di operare una vera e propria strategia di personal branding atta ad aumentare la visibilità dei nostri lavori, a creare una rete di rapporti professionali e curare la nostra immagine pubblica online. In questo ci vengono in aiuto i social network: Instagram, Twitter, Facebook e Linkedin, entrando nello specifico dell’uso ottimale di ogni piattaforma. Inoltre abbiamo approfondito l’importanza del portfolio online, il nostro vero biglietto da visita, fruibile 24 ore su 24 da chiunque.
Lo storytelling: oltre il fotogiornalismo. Capire l’identità visiva e lo storytelling attraverso i case history (a cura di Luigi Narici)
Sempre più spesso si sente parlare la parola storytelling viene affiancata al lavoro del fotogiornalista. Il reportage diventa un racconto di identità, un modo per far comprendere cosa si è. Luigi Narici negli anni è riuscito a coniugare il linguaggio fotografico con quello cinematografico, riuscendo a definire una propria identità visiva, raccontando storie diverse, per tematiche e approccio: dal più classico al più moderno, dalla foto/video-camera all’iPhone. Un percorso fra tempi e modi diversissimi fra loro. E quindi cosa è e come si trova la propria identità visiva? Come si esprime? Luigi ha affrontato due case history: #venezia72: other view (A photo reportage made exclusively with iPhone, on assigment for Vanity Fair Italy) e #ActionAidOlympics: le Olimpiadi arrivano nelle favelas (videoreportage). Due reportage estremamente diversi fra loro, che aiutano a comprendere come si può essere creativi oggi e come contaminare fra loro i diversi linguaggi per raccontare una storia.
Approfondimento sul workshop:
Qui il link al sito dell’evento: