E’ l’8 giugno del 1972 quando l’esercito americano bombarda col napalm un piccolo villaggio del Vietnam del sud, Trang Bang, occupato dalle forze nord-vietnamite. Il napalm, liberato nell’aria nel momento dell’esplosione delle bombe, si attacca alla pelle e brucia superando i 1200 °C, uccidendo 1/3 delle vittime in meno di 30 minuti.
Quella fu solo una delle tante operazioni militari che coinvolsero i civili in una delle più atroci guerre del XX secolo. Ma quest’episodio resta tutt’oggi impresso nelle menti di tutto il mondo, grazie alla fotografia scattata da Nick Út, fotografo vietnamita per la Associated Press.
Trattare la tematica della guerra dal punto di vista mediatico è sempre una grande sfida: bisogna essere in grado di mescolare il giusto sensazionalismo, l’aspetto umanitario, gli interessi politici e capacità documentaristica nelle giuste dosi per comporre un prodotto utile al fine giornalistico.
Probabilmente la fortuna di questa immagine, che valse a Út il premio Pulitzer ed il premio World Press Photo of the Year nel 1972, è dovuta alla capacità del fotografo di infrangere alcune di queste regole e di rendere la scena immediata (e non mediata).
La propaganda americana è sempre stata ben attenta a presentare i fatti in modo da legittimarli, e i resoconti degli eventi sono sempre stati ben pilotati.
Ma il caso di Út è differente.
La fotografia fu pubblicata nella prima pagina del New York Times il 9 giugno del ’72
Nelle registrazioni rese pubbliche dai National Archives di Washington nel febbraio del 2002, il presidente Nixon, riunitosi con Harry Haldeman (capo della sua segreteria) si chiese se l’immagine non fosse una montatura.
La veridicità della fotografia è indiscussa, e confermata da Kim Phùc (la bambina soggetto della foto).
L’immagine che noi tutti conosciamo è un ritaglio dello scatto originale, che è il seguente:
E dalla fotografia originale è evidente la presenza di militari (vietnamiti) e altri reporter e cameraman che, insieme a Út, hanno documentato l’evento.
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Kim Phùc durante i primi soccorsi, in una fotografia di Nick Út. |
Questo è un caso più unico che raro, per un altra motivazione: i contatti tra il fotografo e il soggetto sono proseguiti anche successivamente lo scatto.
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Kim e Nick un anno dopo il loro primo incontro. |
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Kim e Nick nel 2012. |
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Kim Phuc fotografata da Nick Út con suo figlio. |
Il 10 novembre 1997 Kim Phùc è stata nominata ambasciatrice di pace dell’UNESCO, e oggi dirige la Kim Foundation International, che si occupa dei bambini vittime di conflitti.
La fotografia di Út resta una delle icone del pacifismo mondiale, perchè mette a nudo il dolore dell’innocenza delle vittime, ci impone l’orrore dell’atrocità dei fatti e ci ricorda costantemente il significato della parola guerra.
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Nick Út in uno scatto di Tim Mantoani (http://www.mantoani.com/) |